Wednesday, December 4, 2013

I 4 fiumi del Bernini in Terracotta


Par che Bernini "voglia modellare tutta la città con le sue mani come fosse una sola immensa scultura" (G.C. Argan)

Il Modello di presentazione della "Fontana dei Quattro Fiumi" fu creato dal Cavalier Bernini nel 1648 in legno e terracotta policroma ed in parte dorata. Ha un diametro di 85 cm ed altezza di 195 cm. E' tuttora conservato nella collezione Eredi Bernini a Roma.



Memorabile è la storia di questo piccolo capolavoro che permise allo scultore di ottenere la committenza per la fontana ora in piazza Navona.
Bernini era stato l'artista prediletto di papa Urbano VIII Barberini ed è forse per questo che il nuovo Pontefice Innocenzo X Pamphili, che sempre tenne in antipatia il suo predecessore, relegò Bernini ad un ruolo di comprimario nei cantieri artistici sotto il suo pontificato.

D. Velazquez, Innocenzo X

Fu proprio questo modellino a cambiare le cose e come andarono i fatti è possibile leggerlo nella Biografia che Domenico Bernini, figlio del grande artista, pubblicò nel 1713.
Bernini ed Innocenzo X non si amavano e questo era a conoscenza di ogni romano in quegli anni, eppure un uomo, potentissimo principe della Chiesa, non poteva accettare che due uomini di tale ingegno e forza "fossero nemici senza riconoscere i propri meriti". Quest'uomo era Niccolò Ludovisi, principe di Piombino e nipote di papa Gregorio XV.

"Testone" di Niccolò Ludovisi
Egli chiese dunque al Bernini, di cui era amico, come mai avrebbe affrontato il progetto della fontana che doveva sorgere in piazza Navona, proprio di fronte al palazzo della famiglia Pamphili, a glorificare il prossimo Guibileo del 1650. Gli chiese inoltre di donagli un piccolo disegno della sua idea, cosa che interessava solo a lui e che non lo avrebbe fatto vedere a nessun altro. Bernini non poteva certo rifiutare una richiesta del principe Ludovisi, tanto che decise di accontentarlo inviando non uno schizzo su carta ma un vero e proprio modellino in terracotta.


Ludovisi ne rimase colpito e si decise che avrebbe trovato una maniera per farlo vedere al papa, un tale capolavoro non poteva rimanere solo un modellino ma doveva diventare pietra ed acqua.
Egli era cognato di Donna Olimpia, a sua volta cognata di papa Innocenzo e reggente del palazzo di famiglia in piazza Navona.

A. Algardi, Donna Olimpia
Un giorno Niccolò, sapendo che il papa di ritorno da una passeggiata a cavallo sarebbe passato a palazzo, fece posizionare il modello del Bernini sopra il tavolino di una camera per la quale il papa "dopo la mensa doveva far passaggio, certo che alla vista di quallo havrebbe, se non altro, domandato di chi fosse".



Lo stratagemma funzionò alla perfezione, il pontefice dopo aver osservato attentamente ed a lungo il modellino disse: " questo disegno non può eseere d'altri che del Bernino e questo tiro del principe Ludovisio; onde bisognerà far forza servirsi del bernono a dispetto di chi non vuole, perchè a chi non vuol porre in opera le sue cose, bisogna non vederle".

L'iscrizione dettata da Innocenzo X  recita: "Salubre amenità a chi passeggia, bevanda a chi ha sete. occasione a chi medita"




Bernini ricevette dunque la commissione dal papa e eresse la fontana in piazza Navona tra il 1648 ed il 1651. L'opera finale differisce un poco dal modellino ma ne mantiene la struttura e l'idea creativa.

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