Friday, May 21, 2010

Allestimento della mostra "scARTi" di Henrica Van Velzen a S. Benedetto del Tronto




Allestimento a cura di Christiaan Santini, Roberta lazzarini e Luca Liberatoscioli. Foto di Alessandra Raimondi



TESTI TRATTI DAL CATALOGO DELLA MOSTRA:
Dall’alto dei borghi medievali, terrazze naturali sull'Adriatico, lo sguardo si perde innamorato sulla distesa di sabbia nel suo contrasto col mare. Sugli arenili, purtroppo, le emozioni sono condannate al rovesciamento: nelle risacche delle nostre spiagge libere, infatti, non rotolano solo gusci di granchio e valve di conchiglie senza vita, ma anche i prodotti della disattenzione e dell'incuria dell’uomo. Plastiche, lattine e resti del lavoro della campagna e rifiuti di ogni genere invadono come nuovi nemici la pianura balneare. E dagli arenili trasformati in sacrari di scarti, l’arte concepita come imitazione della realtà, trae fonte di tormentata ispirazione.
L'artista Henrica van Velzen, nelle sue passeggiate lungo la Riviera delle Palme e le foci dei fiumi della Bassa Marca, è rimasta impressionata dagli scarti dell’umanità diffusa. Ha raccolto campioni catalogandoli in contenitori di fortuna, eletti a cornici del disfacimento.
Per lenire la sua sofferenza e non limitarsi solo alla denuncia tout court, Henrica intraprende un processo di affinamento delle sue emozioni più ruvide e trasforma le visioni materiali in valori immateriali. Un processo di sublimazione attraverso il quale la preoccupazione egoistica diviene visione universale.
La sua ricerca estetica e il suo pensiero contemporaneo percorrono, dunque, un sentiero creativo che si distanzia dal puro compiacimento delle forme visive policrome per cercare un nuovo approccio al messaggio artistico che testimoni e storicizzi il percorso dell'uomo. E così lei intreccia con i suoi strumenti la tela di una nuova preistoria. Dagli scarti nascono nuove forme per comunicare l'ansia di fermare lo scempio, sul quale spesso lei stende pietosa una mano di colore, il bianco, come sudario.
Roberta Lazzarini, 2010


Olandese adottata e formatasi nella fucina d'arte che è la Roma contemporanea, Henrica van Velzen risulta autrice di espressione pittorica eclettica e ricca di citazioni. La proposta artistica è spesso di un figurativismo efficace e nitido, il soggetto un pretesto di rilettura ludica ed ironica della scena. Le sue creazioni di immediatezza pop sono affiancate da un'altra faccia della sua maschera di artista contemporanea: la preparazione di icone, costruite con antiche tecniche di lavorazione ed arricchite da leggeri quanto individuabili ammodernamenti. La tradizione delle icone sacre, uguali a se stesse nella tradizione, impeccabili nella tecnica elaboratasi nei secoli, eppure nuove, nuovissime nel dettaglio nascosto ed imprevedibile.
Le immagini risultano dunque adatte alla nostra epoca artistica che mischia e ricorre al nostro passato prossimo e remoto, premia la superficialità del guardare ma ama il dettaglio sublime; in una rincorsa impossibile di un trapassato dimenticato ed irreale, conosciuto nel particolare e straniero nei suoi valori umani.
In “scarti” il mestiere secolare è usato ed adattato a materiali nuovi eppure antichi, anzi vecchi, che trattati con cura, manipolati e rivisitati con ragione creativa tornano protagonisti ed abbandonano lo stato di deperimento, in taluni casi lentissimo, al quale erano stati condannati. Il messaggio è chiaro e quasi banale: l’ambiente naturale impiega anni, talvolta secoli a smaltire questi materiali, residui che se abbandonati sono destinati a deturpare l’ambiente ma che nel riciclo troverebbero nuova utilità e nuova forma. Gli scarti della van Velzen sono solo pochi pezzi privilegiati, scelti tra tanti, che riconvertiti acquistano nuova forma estetica, sopravvivono e da posizione privilegiata ricordano all’osservatore che sono ancora utili, esistono, sono investiti di nuovo valore e predicano un poco d’attenzione.
scARTi ha preso il via grazie ad un idea di Roberta Lazzarini ed al patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto che ha messo a disposizione la Palazzina Azzurra per l’esposizione. Un particolare ringraziamento va inoltre a Piceno Ambiente che si è interessato ed ha sostenuto con convinzione il progetto riconoscendo subito in questi oggetti artistici il loro valore civico ed educativo.
Christiaan Santini, 2010





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